In questo articolo vi spiegherò in modo semplice e pratico tutti gli aspetti prioritari da conoscere in ambito di piano attestato di risanamento, avendo partecipato alla redazione di piani di risanamento per oltre 40 imprese di ogni tipologia e dimensione, sia prima dell’introduzione del nuovo codice della crisi sia dopo.
Definizione del piano attestato di risanamento
Il piano attestato di risanamento è uno strumento importante per le imprese in stato di crisi o insolvenza, che consente loro di proporre un progetto di risanamento dell’esposizione debitoria all’interno di un contesto stragiudiziale. Questo strumento è disciplinato dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, introdotto con il D.lgs. n. 14/2019, il quale ha apportato modifiche significative alla sua applicazione [2].
L’obiettivo del piano attestato di risanamento è consentire il riequilibrio della situazione finanziaria dell’impresa, garantendo la sua sopravvivenza e offrendo una soluzione alle problematiche economiche e debitorie. Questo strumento viene proposto dall’imprenditore in stato di crisi o insolvenza ai creditori, al fine di ottenere il loro consenso per il piano di risanamento proposto [3].
Secondo il codice, il piano attestato di risanamento deve contenere informazioni essenziali sulla situazione economico-patrimoniale e finanziaria dell’impresa, le principali cause della crisi, le strategie d’intervento e i tempi necessari per raggiungere il riequilibrio della situazione. Inoltre, il piano deve essere redatto in forma scritta, con data certa, e deve rispettare i contenuti minimi stabiliti dalla normativa
Un elemento importante del piano attestato di risanamento è l’attestazione. Questo è un documento emesso da un professionista esterno, come un revisore contabile o un esperto contabile, che verifica la correttezza e la fattibilità del piano proposto. L’attestazione conferisce maggiore credibilità al piano, offrendo ai creditori una valutazione indipendente dell’efficacia delle misure proposte
L’approvazione del piano attestato di risanamento non richiede il consenso dei creditori, ma può comportare esenzioni da azioni legali, come l’azione revocatoria fallimentare, che mira a annullare le transazioni sospette fatte dal debitore in stato di crisi. Il piano attestato di risanamento offre anche protezione dall’esposizione penale per reati di bancarotta
I piani attestati di risanamento ed il nuovo codice della crisi di impresa
il piano attestato di risanamento face già parte degli strumenti previsti dalla legge fallimentare, e viene re intordotto con il nuovo codice della crisi di impresa. Anche il nuovo codice prevede la possibilità di ricorrere al piano dell’imprenditore che si trovi in stato di crisi o insolvenza.
Leggendo la nuova normativa, che ad oggi non indica di preciso quali sono le categorie di imprenditori che possono utilizzare lo striumento del piano attestato, pare che l’interpretazione più attendibile sia che tutti gli imprenditori possano utilizzare questo strumento, senza vincoli dimensionali e relativi ai valori economico-patrimoniali.
Le novità del nuovo piano di risanamento rispetto alla precedente legge fallimentare sono sintetizzate per comodità di seguito
- l’integrazione dell’analisi prospettica non finanziaria
- gli ambiti di diversity information degli ESG
- la rilevanza all’interno del piano degli adeguati assetti e flussi informativi aziendali
I contenuti dei piani attestati di risanamento
Il piano di risanamento comprende
- la situazione economico-patrimoniale e finanziaria dell’impresa
- le principali cause della crisi
- le strategie d’intervento ed i tempi necessari per assicurare il riequilibrio della situazione economico finanziaria
- i creditori e l’ammontare dei crediti dei quali si propone la rinegoziazione e lo stato delle eventuali trattative,
- l’elenco dei creditori estranei, con l’indicazione delle risorse destinate all’integrale soddisfacimento dei loro crediti alla data di scadenza;
- gli eventuali apporti di nuova finanza (siano essi di soci attuali, di investitori esterni, di partner industriali o strategici)
- i tempi delle azioni da compiersi, che consentono di verificarne la realizzazione
- gli strumenti da adottare nel caso di scostamento tra gli obiettivi e la situazione rilevata nei report di monitoraggio
- il piano industriale professionale (la parte così detta “descrittiva” ed il piano economico finanziario professionale, che consiste nel conto economico previsionale, nello stato patrimoniale previsionale e nel cash flow previsionale)
I requisiti dell’attestatore del piano di risanamento
I requisiti che deve rispettare l’attestatore del piano sono i seguenti
- non avere, con l’impresa oggetto dell’attestazione o altre parti interessate, legami di natura personale o professionale
- iscrizione all’albo dei gestori della crisi e insolvenza
- iscrizione al registro dei revisori legali
- possedere i requisiti di cui all’art. 2399 cod. civ.